giovedì 8 luglio 2010

14 - La questione delle priorità

Celeborn era l'unico sopravvissuto del gruppo di avventurieri che aveva osato sfidare Syojatar, ed era quindi l'unico verso il quale lo yugoloth nutriva desiderio di vendetta. Ma Syojatar non era una bruto senza cervello, al pari di molti suoi alleati. L'ultroloth aveva ben chiara quale fosse la scala delle priorità, e cosa avesse la precedenza. La sua rabbia poteva aspettare, adesso altri affari lo attendevano presso la Città delle Porte, e certo la sua natura immortale gli permetteva di rimandare le faccende personali a vantaggio degli interessi dell'ordine.
Uscendo dal Cosmolabio, aveva inviato un messaggio molto chiaro a quel mezzosangue mascherato da elfo: se avesse osato di nuovo mettere i bastoni tra le ruote all'ordine di Shannok, se la sarebbe vista con lui in persona. Wodan dal canto suo era stato benevolo, l'ordine poteva contare sul consenso di un'ampia porzione di potenze. Nessuno avrebbe intralciato i piani dell'ordine, nessuno tra le potenze, in quanto niente è più prezioso e caro alle divinità dell'equilibrio tra le forze del bene e del male, della legge e del caos.
Syojatar oltrepassò il portale assieme alle sue due massicce guardie del corpo, e una volta a Sigil si trasferì magicamente presso la sede dell'ordine. "Quali novità, mastro yugoloth?" La voce proveniva da una delle balconate di metallo, in alto nella stanza. Vapori venefici appestavano l'aria, ma la medusa non temeva di restarne vittima, e tantomeno lo temeva Syojatar. L'ultroloth si voltò verso di lei, Deliska Jemini, la vestale di Shannok, un'alleata della quale ci si poteva fidare tanto quanto di un tanar'ri. "Nemmeno Wodan ha intenzione di intervenire. - Riferì lo yugoloth - Metà delle divinità sono indifferenti al nostro operato, e l'altra metà è equamente divisa tra l'approvazione e la contrarietà. In una situazione del genere, l'ordine sarà libero di agire come meglio crede." Deliska strinse la ringhiera con fervore. Non proferì altra parola, ma i suoi occhi parlavano al posto della bocca: tutto procedeva a meraviglia. "E gli avventurieri? Li hai sistemati?" Irruppe una terza voce, nell'ombra. La voce apparteneva al sommo custode dei segreti di Shannok, il venerabile Laomar. I due canoloth indietreggiarono non appena quelle parole riecheggiarono nella stanza. "A quanto pare li avevamo sottovalutati. Si sono sistemati da soli, sommo Laomar. - Rispose l'ultroloth, con arroganza. - Tre di loro sono dispersi nel piano etereo, e uno ha preso parte a una spedizione presso Ysgard, dimostrando ignoranza e completa inconsapevolezza del destino."
Il venerabile tornò velocemente ai propri affari, e così fece Deliska. L'ultroloth si era appena liberato del fardello di riferire quanto era accaduto, e ora poteva finalmente riprendere da dove aveva lasciato in sospeso. Sette piattaforme. Sette sigilli. L'enigma di Shannok stava per essere rivelato.

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