mercoledì 18 novembre 2009

11 - L'ultimo viaggio della Korisande

Il capitano Lawkrauss aveva appena dato l'ordine di procedere alla massima velocità. Nella sua lunga carriera di navigatore, oltre quarant'anni, aveva trasportato merci di ogni pericolosità e valore, ma erano nulla paragonate al rischio che stava correndo adesso. Sorretto da un incantesimo di dislocamento spaziale, immobile eppur minaccioso, nella sua stiva era stato caricato uno deli oligarchi di Maridia, Nogard. Avrebbe voluto concludere la sua missione il più velocemente possibile, per tornare poi dalla sua famiglia, a rassicurare sua moglie che ancora una volta accettare una missione così pericolosa è stato solo un modo per guadagnare facile, senza rischiare nulla, senza doverci perdere la vita. Ma appena dato quell'ordine, la sfera di cristallo della Fomalhaut iniziò a brillare. "Sono i negoziatori, capitano! - lo aggiornò il nostromo - Chiedono di poter vedere il prigioniero." Lawkrauss sospettò immediatamente che qualcosa non fosse andata per il verso giusto. Solo qualche minuto fa gli era stato dato il via libera per trasportare il prigioniero alla Cattedrale Perduta di Blackmoore, e ora arrivava una richiesta del genere. Lawkrauss non conosceva i negoziatori, un gruppo di viandanti planari assoldati dalla Principessa Carnelia troppo velocemente per fidarsi di loro. Ma si fidava di Carnelia, lavorava per i de Belcadiz da tanto tempo, aveva imparato che la sua principessa era molto più saggia (e molto più anziana) di quanto il suo aspetto rivelasse... come tutti gli elfi, d'altronde.
"Passami la sfera." Ordinò al nostromo, che gliela consegnò rapidamente. Lawkrauss attraversò il ponte fino al boccaporto, e scese sotto coperta. Alcuni marinai si affrettarono a rimettere in sesto la loro uniforme quando videro che il capitano era sceso a sorpresa nelle zone riservate all'equipaggio, ma Lawkrauss passò dritto in mezzo alle brande, tendendo la sfera di cristallo dritta davanti a sé. Giunse in fondo alla stanza, laddove assicurato alla parete e al pavimento con gomene di grosse dimensioni si trovava il corpo in stasi di Nogard.
Spostò la sfera in alto e in basso, lentamente, tenendola a meno di un metro dal prigioniero, in modo che dall'altra parte i negoziatori fossero in grado di ricevere l'immagine. Quindi la avvicinò al proprio volto.
"E' sufficiente?" Domandò. Ma non vi fu risposta.
Ad Arkande era bastato visualizzare la stiva della nave per quella manciata di secondi. Si trovava dietro le spalle di Vessha, e dietro quelle dei negoziatori, mentre loro comunicavano tramite le sfere di cristallo con Lawkrauss. Arkande non pensava che sarebbe riuscito a farcela, almeno non da come erano iniziati i negoziati. Quando gli avventurieri si erano presentati alla Cattedrale di Blackmoore, li aveva fatti accogliere da Vessha. Nel frattempo, aveva creato un ologramma illusorio di se stesso, rendendosi nel contempo invisibile. Poi, per quasi mezzora, aveva condotto la trattativa con quei quattro avventurieri che (a detta di loro) parlavano per conto del casato de Belcadiz. Se Glantri non fosse stata schermata da intrusioni magiche, e se i de Belcadiz non si fossero tutti rifugiati come topi nella torre di Carnelia a Glantri, probabilmente Arkande li avrebbe già sterminati tutti. Avevano osato rapire uno di loro, un oligarca, Nogard, uno dei suoi compagni di avventura più cari. E poi avevano osato proporre di negoziare. Di negoziare! A Maridia una cosa del genere si sarebbe chiamata chiedere un riscatto! Ma Arkande aveva saputo pazientare, e nascondere la sua ira. Dopo molte trattative, si era giunti quasi a un accordo. Un accordo che Arkande non avrebbe mai onorato, ma pur sempre un accordo. A quel punto, il mago si era reso conto che il teatrino doveva finire, e aveva osato chiedere, tramite il suo burattino illusorio, di vedere il prigioniero, per accertarsi che fosse ancora vivo.
Se gli avventurieri avevano davvero dato l'ordine di imbarcare Nogard su un vascello volante per portarlo alla Cattedrale immediatamente, a quel punto la nave doveva già aver superato il confine di Glantri. E quindi era fuori dal raggio della sua schermatura magica. Lasciando nella sala delle trattative il suo doppio illusorio, Arkande si era mosso dietro a Vessha per andare a comunicare al capitano Lawkrauss che era necessario vedere il prigioniero prima di firmare l'accordo. E i negoziatori se l'erano bevuta.
Il capitano Lawkrauss non ebbe il tempo nemmeno di chiedersi perché la comunicazione si fosse interrotta. Percepì un bagliore magico alle sue spalle e l'ultima cosa che vide, girandosi, furono gli occhi di ghiaccio di Vessha mentre con due colpi secchi dei suoi Egils gli fracassava la trachea e poi la spina dorsale. Un paio dei marinai ebbero l'ardire di lanciarsi contro di lei, ma Vessha era troppo veloce per loro, troppo ben addestrata, troppo dedita ai suoi compiti.
Il nostromo si rese conto che qualcosa non andava quando il cristallo yolos della nave iniziò a vibrare in maniera insolita.
"Che cazzo succede?" Imprecò lanciando un'occhiata ai marinai che avrebbero dovuto trovarsi alle sue spalle. Tutto quello che restava del marinaio alla sua destra era una macchia di sangue lucente sul legno della balaustra. L'altro lo vide scomparire, trascinato verso la scala di tribordo da una specie di saetta rossa. Preso dal panico, cercò di raggiungere la sfera di cristallo, per dare l'allarme... ma si rese conto con terrore che l'aveva presa il capitano Lawkrauss.
"Cerchi questa, forse?" Domandò una voce a pochi passi da lui. La sfera galleggiava in aria, come sorretta da una forza invisibile. La voce sembrava provenire proprio da lì. Il nostromo indietreggiò ed estrasse lo stocco, tremando come una foglia.
"State indietro! State indietro!" Gridò, rivolto verso il nulla. E il nulla si materializzò in un istante. Un mago, lunghi capelli neri, una barba poco curata, costose vesti indosso, e degli occhiali scuri e tondi poggiati sul naso. Arkande Kayenna! Arkande Kayenna era salito a bordo!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Aqel si muoveva con goffagine rallentato dalla sua armatura. Quella vecchia e datata corazza, dono di sua madre per la sua investitura a cavaliere di Solamnia, lo aveva accompagnato per anni nelle sue imprese. Ogni singola tacca, incisione o graffio che la percorreva, significava per lui più di quanto ci si potesse aspettare da un uomo tanto giovane.
Eppure, nonostante tutto il tempo in cui l'aveva portata, Aqel non si sarebbe mai immaginato che correre per delle scale chilometriche, con un armatura completa e le mutande sporche di urina sarebbe stato tanto scomodo.
Arkande ci ammazzerà tutti, è la fine!

Sommo Kuduk ha detto...

Carina la citazione de "uno sguardo nel buio"...
sempre mitico bigio.

Arkande Kayenna ha detto...

Voi non avete proprio idea di cosa io sia capace, piccoli vermi che strisciate a terra. Non siete degni neanche di pulirmi gli stivali. Oh si...potreste anche essermi utili, potrei perfino trattarvi con cortesia ma non pensate minimamente di essere al mio livello. Con un solo mio pensiero la vostra stessa esistenza potrebbe essere cancellata. Forse lo farò o forse no. Deciderò...uhm....in base al colore del vestito di quel tale Celeborn. Sì, farò proprio così. Se sarà di mio gradimento potrete vivere un altro giorno, altrimenti adornerò un angolo del mio palazzo con i vostri teschi

Nogard ha detto...

Arkande liberami dalla stasi e ci penserò io a mani nude!!!

Bigio ha detto...

Mitico Kuduk che l'ha colta! Era roba da veri intenditori...

Cospargo sempre le avventure di citazioni. Ad esempio il nome del capitano è una contrazione di Lawrence Krauss, un fisico che si è occupato spesso della relazione tra fisica della fiction e quella della realtà (ad esempio riguardo la reale possibilità di far fluttuare in aria le navi).

Per quanto riguarda la situazione... sono sicuro che ai PG verrà in mente qualcosa di geniale!!!

Sommo Kuduk ha detto...

bigio io sono ancora che aspetto le altre 3 parti della Zona di Contatto, non è che le hai scritte e me le mandi? ciao:-)

Bigio ha detto...

Vana speranza, Kuduk!
La Zona di Contatto è finita prematuramente, e con lei anche la necessità di completare i successivi capitoli! Mi spiace!